Corsico e la sua storia Volume 1

12 DICEMBRE 1969, DUE CORSICHESI PERDONO LA VITA NELLA STRAGE DI PIAZZA FONTANA


Orrendo attentato a Milano, è questo il titolo con cui il quotidiano “L’Unità” a piena pagina racconta dell’attentato avvenuto a Milano venerdì 12 dicembre 1969 attorno alle 16.30.
I titoli di tutti i quotidiani di quel giorno sono praticamente simili e ben esprimono lo sconcerto per quanto accaduto in Piazza Fontana, dove un ordigno di elevata potenza è esploso nel salone centrale della Banca nazionale dell’agricoltura.
Li si trovavano coltivatori, imprenditori arrivati a Milano per il consueto mercato settimanale e che in banca stavano effettuando le loro operazioni. Il pavimento del salone fu squarciato, gli effetti furono devastanti per l’intero edificio; la bomba uccise diciassette persone e altre novanta furono ferite più o meno gravemente.
Tra le vittime anche due cittadini di Corsico: Luigi Meloni di 57 anni e Carlo Garavaglia di 67.
Luigi Meloni era un mediatore agricolo ben conosciuto e stimato nell'ambiente del commercio agricolo e come ogni venerdì era a Milano per il consueto mercato settimanale e concludere affari.
Carlo Garavaglia ormai in pensione, parecchie volte il venerdì si recava al mercato, che era occasione per incontrare i suoi vecchi amici in un bar li vicino, ma quel giorno si trovava nel salone della banca. Luigi Passera genero di Carlo fu il primo presidente dell’”Associazione Famigliari Vittime di Piazza Fontana”. La figlia di Carlo, Eugenia è da poco deceduta, mentre suo marito Luigi l’aveva preceduta; ma ne loro ne gli altri famigliari di quelle vittime hanno avuto giustizia in un processo che dopo 51 anni non ha condannato nessuno.
Forse non tutti ricordano che qualche minuto prima della esplosione, un altro ordigno venne rinvenuto nella sede della Banca commerciale di piazza della Scala sempre a Milano. Tra le 16.55 e le 17.30, altre tre esplosioni si verificarono a Roma: una, all'interno della Banca nazionale del lavoro di via San Basilio; altre due, sull'Altare della Patria di piazza Venezia. Questi attentati provocarono feriti e danni.
Insomma una vera e propria operazione di vasta portata che ricorda quelle di più immediata realizzazione: gli attentati dell’11 settembre 2001 negli Usa quando ci furono ben quattro operazioni realizzate da suicidi coordinati e compiuti in simultanea con un totale di 2.974 vittime. Oppure a Parigi il 13 Novembre 2015 quando ci furono una serie di attentati con tre esplosioni nei pressi dello stadio e sei sparatorie in diversi luoghi, tra cui la più sanguinosa è quella del Bataclan con 90 uccisi.
Ma se gli attentati in Usa e in Francia provenivano da organizzazioni estranee ai paesi che vennero colpiti, ben più grave è quanto accadde in Italia quel giorno. I cinque attentati del pomeriggio del 12 dicembre 1969 segnarono infatti l'inizio di quel periodo della vita del nostro paese che va sotto il nome di "Strategia della tensione". La strage di piazza Fontana divenne il momento più alto di un progetto eversivo preparato attraverso altri attentati di quello stesso anno e diretto (come emerge da sentenze processuali) a utilizzare il disordine e la paura per sbocchi di tipo autoritario oppure per una stabilizzazione neo centrista. Sono accertati come è scritto nella relazione della Commissione Stragi «accordi collusivi con apparati istituzionali».
Ormai quel lungo periodo che visse il nostro paese è “storia”, ma per chi vuole approfondire è possibile accedere, attraverso il sito per i beni culturali e le attività culturali e per il turismo, a numerosi documenti della strage di piazza Fontana, tra cui le schede dei deceduti e gli atti parlamentari del 12 e13 dicembre 1969 relativi a questo fatto.
Ogni anno il 9 maggio si celebra il "Giorno della memoria delle vittime del terrorismo e delle stragi”.
A Corsico a ricordo di queste vittime, e quindi dei due cittadini Carlo Garavaglia e Luigi Meloni deceduti nella strage di piazza Fontana, è apposta una targa nel municipio di via Roma alla fine della prima rampa della scalinata con un messaggio "La memoria come motore di ricerca della verità e della giustizia".

Tarcisio Sanzani

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