Corsico e la sua storia Volume 1

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13 NOVEMBRE 1943 - LUIGI SALMA VIENE ARRESTATO

 Luigi Salma venne arrestato la mattina del 13 novembre 1943 alle ore sette del mattino dopo aver terminato il turno di notte in cartiera alle sei.
La moglie Erminia ricorda cosi quel momento: "Luigi era da poco rientrato a casa dalla fabbrica dove aveva terminato il turno di notte, alle sette bussarono alla porta, Luigi andò ad aprire e si trovò davanti la Milizia che lo arrestò'".
In sei fecero irruzione a casa del sindacalista corsichese.
A San Vittore rimase tre mesi e il 3 marzo del 1944 venne deportato nel campo di concentramento di Mauthausen in Austria dove morì il 18 giugno 1944.


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7 AGOSTO 1943 - FORTI BOMBARDAMENTI SULLA ZONA DI CORSICO

La notte del sette agosto 1943 ci furono dei grossi bombardamenti su Milano e Corsico e i testimoni dell'epoca dissero che tanto era forte l'attacco che le postazioni antiaeree poste nella zona di Corsico (situate al Lorenteggio, Cascina Luisa , Pontirolo e Bazzanella), smisero addirittura di sparare. 


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25 LUGLIO 1943 - DEVASTATA LA CASA DEL FASCIO E SACCHEGGIATA LA CASCINA GIORGELLA

Il 25 luglio 1943 Benito Mussolini viene destituito dall'incarico di Capo del Governo e fatto arrestare dal Re Vittorio Emanuele terzo, trasportato in località segreta sarà sostituito dal Maresciallo Badoglio.
La notizia non tarda ad arrivare e viene annunciata alla radio alle 22 e 47. I corsichesi scendono in Piazza a festeggiare e trascinati dall'entusiasmo si presentano alla casa del fascio in Piazza del Ponte, dove si erano rifugiati alcuni fascisti ma ai quali non venne commessa alcuna violenza, devastandola cosi come avevano fatto gli squadristi alle cooperative.
Luigi Salma la sera del 25 luglio fece calmare la folla che stava distruggendo la casa del fascio, e qui prendiamo un racconto tratto dal libro di Villani e Spina:“……era indescrivibile l’entusiasmo di quel giorno. Dopo 23 anni di oppressione fascista la gente si sentiva finalmente libera. Quasi tutta la popolazione si riversava in piazza del ponte dove c’era la casa del fascio, la prese d’assolto e cominciò a devastarla. Luigi Salma si prodigò in tutti i modi perché ciò non avvenisse, ma visto che il risultato era negativo urlò una frase che abbiamo sentito tutti molte volte oramai, ma importante perché dimostrava la forza e la chiarezza di idee del sindacalista :” Compagni, non fate questo, quello che state gettando dal balcone da questo momento è roba vostra, è della comunità, dei sindacati, dei lavoratori tutti, state rompendo e gettando via roba vostra, roba che da questo momento vi appartiene”.
Grazie al suo intervento, che dimostrava la sua maturità politica e democratica, i cittadini improvvisamente cessarono di devastare la sede del fascio.
I carabinieri non tardano ad arrivare e insieme agli avieri disperdono a manganellate gli avventori della casa del fascio. Nello stesso momento un'altra folla aveva raggiunto la Cascina Giorgella, sede dell’azienda agricola di proprietà del Sindaco fascista Alfredo Campiglio, saccheggiando ingenti quantità di beni alimentari. 
Di ritorno dalla Cascina Giorgella alcuni cittadini andranno in spedizione punitiva a distruggere anche  la sede del fascio di Romano Banco. La felicità dura ben poco perché la guerra continua. 


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FINE MAGGIO 1943 - I PARTIGIANI SI ORGANIZZANO

Carlo Manelli, uno dei presenti
Sul finire del maggio del 1943 avviene il primo incontro organizzato della resistenza corsichese.
A questa prima riunione a casa di Ercole Danelli, furono presenti Bianca Nardini, Carlo Villani, Carlo Manelli, Giuseppe Rossi e pochi altri.
Durante la riunione "veniva concordamente deciso di intensificare il lavoro per allargare il gruppo organizzato e di iniziare un' opera di sensibilizzazione nei confronti della cittadinanza; nella stessa riunione veniva deciso di avviare anche i contatti con gli antifascisti di Milano."
(la lotta antifascista nel corsichese 1980 di Villani e Spina)






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20 MAGGIO 1943, APPUNTI DI DON TORNAGHI

Il parroco Don Flaminio Tornaghi durante la sua permanenza a Corsico aveva scritto dei diari che raccontavano i fatti "degni di nota" che accadevano in paese, molto preziose le sue testimonianze sopratutto durante la seconda guerra mondiale..

Il 20 maggio del 1943, Don Tornaghi scrive :”Oggi finalmente partono i soldati tedeschi che avevano occupato il nuovo oratorio adiacente alla chiesa e varie stanze. Non hanno neppur soddisfatto alle spese vive”.

Don Tornaghi


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CORSICO, 1943-1945 L'INCUBO NAZIFASCISTA


SPECIALE FASCISMO E SECONDA GUERRA MONDIALE - TERZA PARTE

Il comando nazista arriva a Milano il 12 settembre 1943. Il 18 settembre 1943 Benito Mussolini dà il via alla Repubblica di Salò e il Partito Fascista diventa Partito Fascista Repubblicano. Alla villa Campiglio Verganti arrivano i militi della Brigata Nera Aldo Resega agli ordini del Capitano Leone Varisco, Capo della XIV° Zona del PFR. La villa per alcuni diverrà La Resega ma per molti sarà la Villa Triste di Corsico. Molte sono le testimonianze sulle torture che avvenivano al suo interno.


Nel frattempo gli alleati anglo-americani prendono piede risalendo lo stivale dividendo in due la nazione, con l'occupazione nazista al nord e gli alleati al sud.
I gruppi antifascisti che sino al luglio del 1943 operavano in solitaria e in anonimato e che agivano solamente tramite volantinaggi e manifesti clandestini ora iniziano a organizzarsi compiendo anche sabotaggi e azioni armate. Nascono i GAP (gruppi di azione partigiana) che si organizzano in numerose squadre che in molte città svolgevano un intenso ruolo di disturbo. A Corsico i partigiani si riuniranno nella 113a Brigata Garibaldi bis e i più giovani nel Fronte della Gioventù oltre ad alcune squadre di partigiani socialisti che contribuiranno anch'esse alla lotta per la liberazione.
Nel settembre del 1943 Leopoldo Bozzi entra a far parte del Fronte della Gioventù e insieme ad altri giovani corsichesi forma nel novembre 1943 la sezione locale del gruppo di cui ne diviene il responsabile. 
Leopoldo Bozzi

Il 13 novembre 1943 viene arrestato Luigi Salma. In sei fecero irruzione a casa del sindacalista corsichese che venne arrestato come politico. Condotto a San Vittore verrà poi deportato a Mauthausen dove perderà la vita il 18 giugno del 1944.
Il 21 gennaio del 1944 avviene la prima vera azione di sabotaggio nel territorio, vengono tagliati i cavi elettrici alla Villa triste e viene bloccata una colonna tedesca sul Naviglio. 
"Il 21 gennaio 1944 in corrispondenza del 23° anniversario della fondazione del PCI, i gruppi ricevono l'ordine di sabotare le strutture e le sedi delle Brigate nere. Mentre a Milano vengono attaccate a colpi di rivoltella le sedi del fascio dei vari rioni, a Corsico viene organizzata un'azione di disturbo che prevede il sabotaggio dei fili dell'energia elettrica collegati con la Villa Triste, e lo spargimento di chiodi a tre punte sulla strada provinciale pochi attimi prima del passaggio delle colonne tedesche dirette a Milano. L'azione viene preparata alla trattoria L'Uscett da un gruppo di antifascisti : si decide che un componente curi il sabotaggio dell'energia elettrica, mentre gli altri si dedicheranno allo spargimento dei chiodi a tre punte al momento propizio. Con una coraggiosa azione, l'elettricista Bettolini a non più di un centinaio di metri dalla sede del fascio taglia i fili della luce, lasciando per la prima volta la tragica villa al buio. Contemporaneamente il gruppo diretto dal Barbis (Manelli) e del quale fanno parte tra gli altri anche Scrivanti, Portaluppi, De Felici e Marnati, si scagliona lungo la provinciale e quando giunge il segnale che la colonna tedesca è in arrivo da Abbiategrasso, inizia a spargere i chiodi a tre punte.  Anche questa azione si conclude positivamente: un' intera autocolonna tedesca è bloccata lungo il Naviglio grande. Tra un vociare di ordini impartiti in tedesco i militari della Wehrmacht saltano giù a sostituire le gomme forate dei camion. Queste per Corsico sono state le prime azioni di disturbo effettuate nel corso della Resistenza"  Tratto da "La lotta antifascista nel corsichese" di Giorgio Villani e Luigi Spina.
A marzo del 1944 scoppiano grossi scioperi in tutto la nazione e anche a Corsico si scende in piazza, le prime fabbriche ad aderire agli scioperi saranno la Materiali Refrattari e la Cartiera Burgo. Un gruppo di manifestanti composto da molte donne e capitanato dalla partigiana Bianca Nardini bloccano il passaggio del tram all'altezza della Bocca. La manifestazione riesce e i tram tornano indietro. 
Il 14 aprile del 1944 per una frase male interpretata viene arrestato Carlo Manelli, tra i più attivi del movimento antifascista. Resterà in carcere solo pochi giorni ma che lo segnarono per sempre, all'interno di San Vittore infatti è venuto in contatto con numerosi antifascisti di Milano e al suo rilascio avvenuto il 24 aprile si incontra immediatamente con una staffetta milanese che gli dà istruzioni per i prossimi contatti.
Carlo Manelli "Il Barbis"

Dopo l'incontro con Luigi "Delio" Maradini di Milano viene costituita la 113a Brigata Garibaldi bis distaccamento di Corsico. Adesso i contatti con i partigiani di Milano sono sempre più frequenti e ufficiali.
Il 18 giugno 1944 muore nel campo di lavoro di Mauthausen il socialista Luigi Salma. 
A fine settembre del 1944 un plotone di avieri si stabilisce a Corsico, il comando in un appartamento dell'Avvocato Perego in Piazza al Ponte e il plotone in un’ex fabbrica di iuta vicino alla cartiera Burgo.
Nel frattempo le azioni dei giovani del Fronte della Gioventù non passano inosservate e arrivano all'attenzione del  Capitano Leone Varisco della VIII BN Aldo Resega che dalla Villa Triste fa emettere i mandati di arresto per i 16 giovani componenti del gruppo.
La notte tra il  16 e il 17 novembre 1944, circa un anno dopo la costituzione del gruppo,  dalle ore 23 partono gli arresti che dureranno per tutta la notte. 
I giovani si ritroveranno poi tutti alla Villa Triste. Anche Leopoldo Bozzi è tra di loro.
I ragazzi vengono interrogati e torturati per ore. Il 18 novembre i ragazzi vengono condannati a morte e mentre alcuni corsichesi iniziano a stazionare fuori dal comando fascista il parroco Don Tornaghi inizia la sua battaglia per il rilascio dei ragazzi. Chiede aiuto al Cardinale Schuster che in quei giorni era a Corsico per una visita pastorale, ma sarà il Comandante Costa del Comando di Milano a dare la grazia ai ragazzi del Fronte della Gioventù. Al suo ritorno a Corsico però il parroco scopre che l’ordine di scarcerazione è arrivato troppo tardi, infatti due componenti del gruppo, Luciano Villani e Leopoldo Bozzi, erano stati nel frattempo trasferiti. Villani verrà poi deportato al campo di concentramento di Dachau, dal quale tornerà segnato per sempre, mentre Leopoldo Bozzi venne trasferito al carcere di  Legnano. 
La sede del comando fascista
Dentro il comando fascista i partigiani locali avevano alcuni infiltrati e grazie alla soffiata di Fulvio Villani che lavorava all'interno della Villa triste si venne a sapere che erano in programma anche degli arresti nei confronti di componenti della 113a Brigata Garibaldi. Grazie a questa notizia che venne fatta circolare immediatamente il 20 novembre gli arresti in programma non ebbero luogo, i fascisti non trovarono nessuno.
Sono giorni caldi a Corsico, il 24 novembre del 1944 con l’inganno viene arrestata anche la partigiana Bianca “Vera” Nardini che dopo essere portata al carcere di Legnano viene messa a confronto con Leopoldo Bozzi ma entrambi negheranno di conoscersi se non di vista essendo entrambi dello stesso paese. 
La Nardini verrà fatta poi liberare dallo stesso Capitano Varisco, che l'aveva precedentemente fatta arrestare, nel dicembre 1944 e poco prima del suo rilascio riesce a parlare con il Bozzi che come ha poi raccontato si era oramai rassegnato al suo destino. 
A fine Gennaio del 1945 gli alleati bombardano nuovamente il territorio. Il 31 Gennaio ben sei bombe colpiscono la Cartiera Burgo. Don Tornaghi che stava percorrendo la strada verso la Cartiera, ricorda così quei momenti:”Stamane mentre andavo in Cartiera Burgo …venni sorpreso dall'allarme tanto che gli operai in cartiera, vedendo gli apparecchi, mi invitarono a rifugiarmi con loro in portineria e proprio in quell'istante un velivolo, scendendo a bassissima quota, colpì di bomba il reparto falegnameria ed un altro magazzino vicino alla scuderia cavalli. Erano circa le dieci e fu un vero miracolo se non vi furono vittime e gravi danni perché ben sei bombe si approfondirono nel terreno. Vi furono circa una dozzina di feriti, uno alquanto gravemente…”
Il 17 febbraio 1945 a San Vittore Olona viene ucciso da due antifascisti un ispettore della Legione Speer di Legnano. I colpevoli non si trovano e dopo una sentenza emessa dal tribunale militare tedesco di Milano viene deciso di prelevare due “comunisti”  dal carcere di Legnano e fucilarli per rappresaglia nello stesso punto in cui è stato assassinato l’ispettore della Speer. I due comunisti sono Pietro Bruzzi e il corsichese Leopoldo Bozzi che il 19 febbraio del 1945 pagheranno per colpe altrui venendo assassinati e i loro corpi lasciati in mostra per scoraggiare altre azioni del genere. 
Sul Notiziario della Guardia Nazionale Repubblicana del 27 febbraio 1945 si legge:«il 19 corrente, alle 18,30, in S. Vittore Olona, il comando militare germanico faceva fucilare, per rappresaglia, due comunisti, nello stesso luogo ove fu commesso l’assassinio dell’ispettore Liebele, della Speer di Legnano».
Su  “Anarchici nella Resistenza: le brigate Malatesta-Bruzzi” si raccontano quei tristi momenti: "I militari scendono dalle camionette e formano un plotone d’esecuzione sotto gli occhi degli abitanti del paese. Un attimo dopo, i corpi dei due prigionieri giacciono sul terreno privi di vita e i nazisti pretendendo che le loro salme rimangano lì, sulla strada, per giorni, come avvertimento. Fino a che una mano clemente sfida l’ira dei carnefici e porta i due cadaveri al cimitero."
Quella sera Don Flaminio Tornaghi annota sul suo diario: ”Giorno doloroso per Corsico perché per rappresaglia dei tedeschi fu ucciso a San Vittore Olona il giovane Bozzi Leopoldo, proprio nel giorno in cui, riconosciuta la sua innocenza era posto in libertà. Grande cordoglio suscitò in paese.”
Ad aprile gli alleati risalgono l'Italia e con l'aiuto dei partigiani iniziano a liberare le città dai tedeschi, il 23 aprile 1945 è Genova ad insorgere e a venire ufficialmente liberata.
La sera del 24 aprile a Milano la brigata Garibaldi attacca una caserma fascista; Nella notte la brigata nera che stazionava alla Villa Triste di Corsico fugge senza lasciare tracce, il giorno seguente la villa verrà occupata dal CLN locale. 
La Villa Triste oggi 

Il 25 aprile 1945 Mussolini lascia Milano cercando di fuggire verso la Svizzera aggregandosi ad una colonna tedesca in ritirata e dopo essere stato arrestato dai partigiani il 26 aprile viene giustiziato due giorni dopo senza la possibilità di un processo.
A Milano ormai i tedeschi e le squadre fasciste battono ritirata e fuggono verso posti sicuri. La città è ufficialmente libera dall'occupazione tedesca. 
A Corsico giunge notizia dell’insurrezzione delle grandi città, gli operai occupano le fabbriche, il comune viene liberato dalla giunta fascista e la gente scende in piazza a festeggiare. 
Al CLNAI sono affidati tutti i poteri. Le formazioni partigiane e antifasciste  possono uscire allo scoperto e rivelare le loro identità. 
Sul libro “Corsico dalle origini al 1950” si legge: “Esplode la gioia di vivere, si balla e si canta all'Uscett (Nuova Italia), alla "Bocca" (Unione Familiare) alla "Rosa" (Il Lavoratore). Si balla al circolo del Fronte della Gioventù, in Piazza al Ponte e al "Borlagiò". La guerra per Corsico e per la nazione intera è ufficialmente conclusa. 
A Corsico come in molte altri parti d'Italia ci furono anche episodi sporadici di ritorsione nei confronti chi chi aveva avuto contatti coi nazifascisti e favorito l'occupazione venendo ripagati con gli stessi metodi usati dai nazi-fascisti. Ma questa è un altra storia.
La guerra è finita ma ci sono in giro colonne di tedeschi che battono ritirata verso la Germania e una di queste composta da circa una ventina di camion vengono intercettati e bombardati da alcuni aerei alleati all'altezza di Trezzano verso le ore 16. La battaglia va avanti per alcune ore quando verso sera gli aerei rientrano e l’autocolonna decide di procedere nuovamente verso Milano attraversando Corsico, ma all'altezza di Ronchetto sul Naviglio viene nuovamente attaccata, questa volta dai partigiani, dando inizio così a una furiosa battaglia che vedrà cadere molti soldati tedeschi, tra cui anche due ufficiali, ma anche tre partigiani perderanno la vita nella battaglia.
Dopo il 25 aprile si cerca di far ripartire la normale vita quotidiana e molte attività costrette a chiudere o sospese dal regime riprendono la loro attività. 
La Germania nazista si arrende il 7 maggio . L’8 maggio 1945 è la fine della guerra in Europa. Il 15 maggio 1945 il Comitato di Liberazione Nazionale insedia a Corsico la nuova giunta municipale. Eletto Sindaco è il Dottor Maurizio Perego del Partito d’Azione coadiuvato dagli Assessori Giuseppe Rossi ed Erminio Giavardi del P.C.I., Luigi Barbieri per il P.S.I.U.P. e Costantino Repossi per la DC. 
Il Sindaco Perego in apertura di seduta si disse contento che la nuova giunta sia stata scelta dal Comitato di Liberazione Nazionale ed esprime il proposito di amministrare "... non per servire il proprio partito, ma tutta la popolazione, curandone l'elevazione materiale e morale nel rinnovato spirito di libertà, giustizia e lavoro". 
Il Sindaco Maurizio Perego
La nuova amministrazione si mette subito al lavoro per riportare alla normalità i servizi trascurati dalle precedenti amministrazioni fasciste. Si riapre anche la Camera del Lavoro, prima attaccata e poi chiusa dai nazifascisti, anche le cooperative si riorganizzano e vengono ripristinati anche i servizi sociali. Può riprendere anche l’attività sindacale. 
Il Sindaco Porazzo
Il 18 aprile 1946 si svolgono le elezioni amministrative e i 5390 elettori, di cui per la prima volta 2721 donne, eleggono alla carica di Sindaco Giuseppe Porazzo. Gli eletti al Consiglio Comunale sono: Giuseppe Porazzo, Luigi Rizzi, Ercole Danelli, Francesco Granata, Carlo Bossi, Angelo Abbiati, Gerolamo Rubinelli, Aldo Scrivanti (per il PCI); Enrico Vai, Ettore Zorzetto, Guido Giromini, Virginio Defendenti, Mario radaelli, Ernesto Magnaghi, Paolo Casati, Alberto Galli (per il PSIUP); Francesco Corno e Giuseppe Vaccari (per la DC); Ambrogio Moneta e Guglielmo Berra (Indipendenti).
La Giunta viene formata con Giuseppe Porazzo, Sindaco e con Vai, Rubinelli, Danelli, Casati, Assessori effettivi. Assessori supplenti sono Defendenti e Rizzi.
Il Sindaco Porazzo rimarrà in carica sino al 1962, sostituito poi da Enrico Pescatori, sarà nella storia il Sindaco per più tempo in carica nel nostro comune. 
Il capitolo seconda guerra mondiale viene definitivamente chiuso il 15 aprile del 1951 quando fanno finalmente ritorno le campane tristemente sequestrate dallo stato fascista il tre marzo del 1943 per recuperarne il bronzo. Le campane giungono su due carri trainate da cavalli e accolte a gran festa. Dopo un corteo in tutta la città faranno finalmente ritorno al loro campanile.
Nei prossimi giorni approfondiremo il discorso sui partigiani locali, sugli aderenti al partito fascista e cosa successe ai collaborazionisti del regime.


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3 MARZO 1943 - VENGONO RIMOSSE LE CAMPANE DELLA CHIESA DI SAN PIETRO E PAOLO

 

In piena seconda guerra mondiale, il 3 marzo 1943, vengono asportate le campane della chiesa di San Pietro e Paolo per essere poi fuse allo scopo di ottenere materiale bellico. 

Il parroco Don Flaminio Tornaghi racconta cosi sul suo diario : ”Dies mala et amara valde..Addio campane!! Un messo della ditta Barigezzi si presenta ex abrupto ed avverte che d’ordine ministeriale domattina sarà a levare le campane maggiori del peso di quintali 19 la maggiore e di quintali 13 la seconda . Non ammette sostituzioni di peso o campane..non si ragiona. Contro la violenza non valgono scuse. Ne do avviso alla popolazione invitandola ad una ufficiatura solenne pro-benefattori con un nuovo concetto delle campane che se ne vanno, e per i caduti e per i dispersi di guerra”



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15 FEBBRAIO 1943 - I CORSICHESI AIUTANO GLI SFOLLATI DI MILANO

La sera del 14 febbraio 1943 ci fu un pesante bombardamento su Milano, 138 bombardieri scatenarono la loro potenza di fuoco distruggendo parecchi edifici in tutta la città , si contarono 133 vittime e oltre 400 feriti. Migliaia le persone rimaste senza una casa e cosi ha inizio lo sfollamento da Milano verso mete più sicure.
I cittadini corsichesi si resero subito solidali verso gli sfollati di Milano e con quel poco che avevano aiutarono i vicini milanesi.
Sul diario di Don Flaminio Tornaghi,si legge: ”Veramente edificante e plebiscitario il contributo di indumenti e denari dati alla popolazione per i sinistrati dell'incursione aerea , Il Cardinale Schuster oltre ad aver scritto ,ha sentitamente ringraziato trovandosi riuniti in parrocchia a Trezzano il 18 marzo in occasione di s.cresima in quella parrocchia”.


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CORSICO E LA SUA STORIA CONSIGLIA:

1823-2023, IL PONTE DI CORSICO COMPIE 200 ANNI

Il primo ponte in centro a Corsico fu eretto nel 1550 circa, e, come si nota nella mappa del 1722 qui sotto riportata, era in linea con l...

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