Corsico e la sua storia Volume 1

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1921 - QUANDO LA POETESSA ADA NEGRI SOGGIORNO' A CORSICO

Affacciata sul Naviglio c'è una palazzina di inizio novecento che ci racconta una curiosità sulla nostra Corsico.
Il Signor Italo Grossi 
Era il 1921 e l'allora proprietario del palazzo, il Signor Italo Grossi, era a Motta Visconti, dove possedeva un caseificio in via Ticino al numero 2,  e al suo ritorno verso casa accompagnò con la sua auto la poetessa Ada Negri (1870-1945), alla quale stava dando un passaggio verso Milano, che decise poi di soggiornare qualche giorno a casa del Grossi, proprio nella palazzina tutt'ora esistente in via XX settembre al civico 41. 
In quel tempo gli spostamenti non erano cosi veloci come al giorno d'oggi, in pochi possedevano un auto e siamo certi che la poetessa avrà approfittato del passaggio verso la "lontana" Milano.
A testimonianza vi è una cartolina datata 23 agosto 1921, scritta proprio dalla Negri come ringraziamento al proprietario Italo Grossi. 


L’edificio è tutt'ora di proprietà degli eredi della famiglia Grossi e fin dal 1918 è stato dato in locazione per uso abitativo. Il Signor Italo Grossi era il bisnonno dell'attuale proprietaria.
Ada Negri


Qui la biografia della poetessa 
https://it.wikipedia.org/wiki/Ada_Negri
La cartolina autografa


Corsico e la sua storia - Volume 1 
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CORSICO 1920-1924, ARRIVANO I FASCI

SPECIALE FASCISMO E SECONDA GUERRA MONDIALE - PRIMA PARTE

Il 23 marzo del 1919 in Piazza San Sepolcro a Milano Benito Mussolini fonda i Fasci di Combattimento. Un anno e mezzo dopo, il 12 settembre del 1920, alcuni cittadini corsichesi si incontrano al Ristorante La Pianta e ne fondano la sezione locale. 
Su "La lotta antifascista nel corsichese" (un importantissimo e prezioso libro scritto a quattro mani da  Luigi Spina, ex insegnante di lettere a Corsico, e da Carlo Villani, noto giornalista e figlio di due antifascisti corsichesi, che racconta abbastanza dettagliatamente la resistenza e i periodi che vanno dalla fine della prima guerra mondiale alla liberazione del 25 aprile e dal quale prenderemo alcune citazioni) , tramite un articolo d'epoca intitolato "Battaglie e glorie dei fasci provinciali"  ne viene descritta la serata: "Il Fascio di Corsico , capoluogo della XIV zona, ebbe origini analoghe a tutti gli altri fasci della provincia;
Il ristorante La Pianta nel 1918
La sera del 12 settembre 1920 in un salone del ristorante la Pianta "gentilmente concesso", un esiguo gruppo di giovani, per buona parte ex combattenti, si radunò per costituire il Fascio di Corsico. Un giovanissimo era tra gli intervenuti, ardente ed entusiasta: il camerata Grassigli Paolo, allora dimorante a Corsico, audace e fiero squadrista che immolò la vita un anno dopo per il trionfo della Rivoluzione delle Camice nere. Fu un'assemblea di pochi uomini e di poche parole. Fu accettato un unico programma: quello che, di giorno in giorno, dalle colonne del suo glorioso giornale, il Capo dettava." 
Sembrerebbe che il Grassigli sopra citato, che perse la vita a Milano circa un anno dopo, fosse il figlio del direttore delle Concerie Stella.
Da detta riunione venne creata la squadra d'Azione Vittorio Veneto, 39 giovani di cui facevano parte ex combattenti, agricoltori, operai, alcuni adolescenti e qualche elemento proveniente dai paesi limitrofi. La sede operativa era la casa del fascio sita in piazza al ponte/via Vittorio Emanuele in una costruzione tutt'ora esistente. Anche Corsico entra nell'epoca fascista. 
La casa del fascio di Corsico
A ottobre 1920 ci sono le elezioni comunali e viene eletto alla carica di Sindaco un forte rappresentante di sinistra, Angelo Massone di professione operaio. 
Massone era un socialista che dopo il Congresso di Livorno del gennaio 1921, dove la corrente comunista del partito socialista si divide e forma il Partito Comunista, anch'esso scontento di quella situazione esce dal partito socialista ed entra nel nuovo partito comunista fondando insieme ad altri suoi sostenitori la sezione locale del partito con base operativa presso la Cooperativa “La Libertà”  in via 24 maggio. 
Il Sindaco Massone durante il suo mandato non ebbe vita facile vivendo la nascita del fascismo, la chiusura della camera del lavoro e i primi attacchi alle cooperative locali e venendo colpito in prima persona dagli attacchi degli squadristi locali. 
In Italia il partito fascista inizia a guadagnare consensi ma continuano comunque a prevalere i partiti di sinistra che risultano vincenti anche alle elezioni politiche del 15 maggio 1921 dove la lista fascista Blocco Nazionale prende circa il 19% dei voti totali.
Il Blocco Nazionale col simbolo "stella a cinque punte che racchiude il fascio littorio"  nella circoscrizione di Corsico aveva come rappresentanti di lista, persone incaricate alle operazioni di voto e scrutinio per conto di un partito,  nella sezione 742 Perico Enrico, futuro podestà dal 1926 al 1928, e Monti Luciano mentre nella sezione 743 troviamo il "fiduciario" del fascio di combattimento di Corsico ed ex Sindaco il Cavalier Giuseppe Nicola con Mercalli Franco. 
Il Cavalier Nicola
Verso la fine dell'anno il Sindaco Massone preso di mira dagli squadristi locali si trasferisce nella vicina Romano Banco per trovare un po di tranquillità per lui e la sua famiglia ma viene trovato anche li. Testimone di uno degli abusi subiti da Massone, riportato poi successivamente anche sul giornale la Stampa,  e citato nel libro di Villani e Spina è un giovane Carlo Manelli, che all'epoca aveva 11 anni e lo ricorda così: "Mia madre mi aveva mandato dalla Filata, dove abitavo, a prendere dei fagioli dalla nonna, che abitava in una cascina in direzione di Romano Banco e che oggi non c'è più, quando, al ritorno, vedo Massone con la moglie che tiene in braccio il figlioletto di pochi mesi, ancora in fasce, percorrere il sentiero che, attraverso i campi porta a Romano Banco, dove la famiglia Massone si era rifugiata dopo i primi segni di ostilità dei fascisti. V'erano tre uomini ad attenderli, tre squadristi: Alchieri, Bruschi e Vegetti. 
Assistetti a una breve colluttazione. Massone, nonostante il tentativo di difesa, soccombe alla preponderanza del numero. A nulla vale l'intervento della moglie che , deposto il neonato in terra, si scaglia contro gli aggressori del marito. Angelo Massone viene bastonato e costretto a bere olio di ricino sotto gli occhi della moglie."  
La firma del "fiduciario", il Cav. Nicola
Gli squadristi corsichesi, come accadde in tutto lo stivale, danno inizio anche loro alle cosidette "spedizioni punitive" verso le cooperative e una delle prime a farne le spese a Corsico è l'Uscett, all'epoca una delle più grandi in paese.
Anche questo episodio è citato nel libro di Villani e Spina che veniva cosi descritto dalla stampa fascista: “Sui tetti i comunisti attendevano le camice nere per tempestarle con ogni sorta di proiettili. Ma l’occupazione del covo fu fulminea e l’allarme generò il generale disorientamento dei sovversivi. La colonna dei comunisti accorsa di rinforzo venne accolta dai compagni appollaiati sui tetti con una gragnuola di tegole e di mattoni. Fu un equivoco fatale per i rossi che si risolvette nella piena vittoria dei pochi squadristi andati all'assalto”.
Ma un testimone, Carlo Villani, figlio del gestore, che all'epoca aveva sette anni ne descrive cosi i fatti: “nella notte dell’assalto alla cooperativa Uscett arrivò un camion carico di squadristi dalla Via Cavour dopo aver tentato con il camion di sfondare il robusto portone, chiamarono mio padre, Luigi, membro del comitato del direttivo della cooperativa e che abitava, insieme ad altre quattro o cinque famiglie, negli appartamentini di proprietà della cooperativa medesima. Appena aperto il portone i fascisti dilagarono nei locali, rovesciarono lo scaffale dietro il banco di mescita rompendo tutto quello che vi era sopra. 
Cominciarono successivamente una sistematica distruzione dei vetri, bicchieri, delle suppellettili etc. In fondo al salone vi erano gli strumenti musicali della banda della cooperativa che vennero portati in strada e ammassati; subito dopo si recarono in cantina e cominciarono a sfondare le botti piene di vino; non potendo sfondare tutte le botti con le mazze, perché il vino aveva praticamente allagato la cantina, cominciarono a sparare alle botti che non potevano raggiungere. Ricordo che in fondo vi era la botte più grande, piena di un vino bianco meridionale forte chiamato Lenin: anche quella subì la medesima sorte. 
Finita la distruzione delle botti, mentre già i fascisti erano sulla via della ritirata, uno di essi, tirando un bicchiere, fermò definitivamente l’orologio a pendolo che si trovava nell'ingresso della cooperativa. Io potei vedere tutto perché, richiamato dai rumori, osservavo da sotto la scala quanto accadeva. Successivamente, cosparsi di benzina gli strumenti precedentemente ammassati, vi dettero fuco. Ricordo le fiamme che si levarono altissime. Mio padre allontanatisi i fascisti, nel tentativo di arrestare la fuoriuscita del vino, si ferì seriamente mettendo il piede sopra il fondo di un bottiglione e tagliandosi. 
Successivamente i soci della cooperativa recuperarono quello che poterono filtrando il vino. La domenica si incontravano nei campi e bevevano il vino salvato dalla distruzione”. (La lotta antifascista nel corsichese 1980). 
Gli squadristi locali presero parte anche anche a vari attacchi nelle zone limitrofe partecipando anche a degli attacchi a Rho e all'occupazione dei municipi di Assago, Ferrera e Lorenteggio. 
Nel frattempo il 9 novembre del 1921 il fascio di combattimento si trasforma in partito nazionale fascista (PNF).
Il 20 settembre del 1922, in concomitanza con l'anniversario della nascita del fascio locale che forse volevano festeggiare a modo loro,  gli squadristi della Vittorio Veneto effettuano una cosiddetta “spedizione punitiva” alla Materiali Refrattari. Sulla stampa si legge “Finalmente una folata di aria ossigenata è passata nella piccola Russia rifugio da tempo di tutta la schiuma del social-pussismo”.  Intanto viene costituito anche il sindacato fascista a Corsico.
Il 28 ottobre del 1922 ci fu la Marcia su Roma a cui presero parte anche i fascisti corsichesi e, molto probabilmente esaltati di ritorno dalla stessa, il primo novembre 1922 verso la mezzanotte un autocarro di fascisti occupò dapprima il comune di Corsico dando il colpo finale alla giunta del Sindaco Massone costringendola in blocco a dare le dimissioni per proseguire poi con gli stessi metodi verso il comune di Buccinasco e obbligando entrambe le giunte a dare le dimissioni. Sul giornale La Stampa viene descritto questo evento e anche uno degli abusi subiti sopra descritti dal Sindaco Massone. 
Dopo l’abbandono forzato da parte del Sindaco Massone verrà messo a capo del comune di Corsico un commissario prefettizio, il ragioniere Ugo de Checo, rimasto in carica dal settembre del 1922 sino alle elezioni amministrative del 10 febbraio 1923 quando viene eletto alla carica di primo cittadino il rag. Luigi Perico. In carica per la seconda volta, in precedenza lo era stato dal 1910 al 1914, il Sindaco Perico si circonderà di molti imprenditori e commercianti locali tutti simpatizzanti per il nuovo partito fascista. 
Tra di essi troviamo il vice Sindaco Gaetano Verganti, i membri della Giunta Marco Galasso, Alfredo Campiglio, Carlo Squellerio, Luciano Monti; Consiglieri 
Alfio Bassi, Adolfo Campiglio, Luigi Galbiati, Aldo Gallone, Luigi Giacomini, Cesare Lucchini, Franco Mercalli, Giovanni Orlandi, Cesare Porotti, Guglielmo Zavan, Virginio Villa, Cesare Stabilini e il fondatore della Cartiera l'Ing. Pirola Enrico che lascerà l'incarico poco dopo senza essersi mai presentato in Consiglio comunale.
Da questo momento prevarranno le forze politiche di destra che oltre a contrastare sul nascere ogni tipo di opposizione farà silenzio verso gli abusi che gli squadristi di Corsico avranno nei confronti degli organi di sinistra.
Nel 1923 il governo fascista, dopo oltre settanta anni, distacca la frazione di Lorenteggio dal comune di Corsico e lo annette al comune di Milano. 
Il 6 aprile 1924 si svolgono le elezioni politiche, le ultime destinate anche ai partiti di sinistra, e saranno le liste fasciste a prevalere con altissime percentuali in tutto lo stivale ma a Corsico nonostante la vittoria non vanno oltre il 39%. 
Proprio quella notte, forse presi dall'euforia della vittoria, gli squadristi di Corsico assaltano nuovamente la Cooperativa Nuova Italia (l'Uscett)  e devastano completamente la Cooperativa La Colonia, come riportato sul giornale l'Avanti il 9 aprile 1924.
E' l'inizio del governo Fascista di Benito Mussolini. Per vent'anni sarà bloccato sul nascere ogni tentativo di opposizione e tutte le cooperative e sindacati di sinistra saranno visitati dagli squadristi locali e costretti alla chiusura. (CONTINUA)


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