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| Il Carroccio |
Poco si sa, quasi nulla della
Corsico negli anni del Medioevo e incuriositi da una descrizione che ogni tanto
riaffiorava su vecchi libri che descrivevano la nostra città ne abbiamo voluto
approfondire l’argomento. "La borgata di Corsico ha
origini antiche, ed il castello che la presidiava è più volte ricordato nelle
cronache milanesi riferentisi alle guerre del Comune colle città vicine."
Così veniva descritta Corsico su
"La Patria" del 1894 e non è insolito trovare questa descrizione tra
le pagine dei libri di storia pubblicati sopratutto prima del novecento,
ovviamente colpisce subito che si parli di un castello ma non passa inosservata
nemmeno la parola "guerre", e quindi
volendo saperne di più siamo riusciti a scovare alcuni eventi di cui andremo a
parlare nelle prossime righe. Come riferimento abbiamo preso
il libro sulla storia di Milano dello storico del cinquecento Bernardino Corio (Milano, 8 marzo 1459 –
Milano, 1519), dal quale era già stata estrapolata la notizia della presenza
del Carroccio in Corsico l’undici maggio 1274 durante la guerra lampo che in quell'epoca Pavia e Novara mossero nei confronti della città di Milano.
Da questo libro, preziosa
fonte di notizie riguardo la storia milanese,
siamo venuti a conoscenza che Corsico viene citata durante le guerre tra
comuni nell'anno 1245, il già citato 1274 e nel 1275 e che per ben due volte il
Carroccio fu portato in Corsico prima della battaglia, 1245 e 1274. Viene
inoltre citata una quarta volta riguardo la morte del Piccinino avvenuta il 16
ottobre 1444.
Vediamo brevemente cos'era il
Carroccio. Da Wikipedia: “Il
Carroccio era un grande carro a quattro ruote recante le insegne cittadine,
intorno al quale si raccoglievano e combattevano le milizie dei comuni,
prevalentemente lombardi, ma anche toscani e dell'intera Italia settentrionale.
Difeso da truppe scelte, pavesato con i colori del comune, era trainato da buoi
e portava un'antenna con la croce e con lo stendardo, un altare e una campana
("la martinella"). In tempo di pace era custodito nella chiesa principale
della città. Di origine incerta, secondo la tradizione fu inventato
dall'arcivescovo di Milano, Ariberto da Intimiano (XI secolo) tra il 1037 ed il
1039 in uno degli assedi che Corrado II il Salico fece a più riprese a Milano.
Il suo uso da Milano si diffuse in molti comuni dell'Italia settentrionale, in
Toscana e fuori d'Italia, fino alla decadenza nel secolo XIV. Il carroccio fu
protagonista nella battaglia di Legnano, avvenuta nel 1176, durante la quale
era difeso dalla compagnia della morte, guidata secondo la tradizione popolare
da Alberto da Giussano”.
Per quanto riguarda il
castello non vi è nessuna traccia ne visiva ne scritta e nemmeno nessun ricordo
che parli di un castello in Corsico e quindi, come spesso accade, nel tempo la
parola castello è stata tradotta e trasformata nel tempo dall'originale
"castrum". Infatti la parola castrum come riportato anche da
https://www.mondimedievali.net/ poteva avere anche altri significati: "Confuso
spesso, sin dall'età classica, con castellum, il termine castrum comprende una
gamma di significati che, a seconda dei tempi, dei luoghi e dei diversi autori
che lo riportano, comprende tanto l’antico fortilizio romano quanto la dimora
fortificata di un funzionario che esercita la sua autorità nella zona il cui la
struttura sorge e che può essere anche inserito in un rapporto di vassallaggio
con altri. In altri casi designa uno spazio chiuso dotato di una qualche forma
di difesa, circondato da mura ed arroccato intorno al complesso (solitamente
fortificato) della cattedrale e del relativo palazzo vescovile, ma nello stesso
tempo - specialmente nelle fonti letterarie - persino un abitato di una certa
consistenza non affatto fortificato.
Nel XIII secolo il termine viene
quindi associato da alcune fonti, specificatamente, ad una semplice “casa
forte” munita di torre a pianta quadrata, molto frequente in tutte le città
italiane, da altre ad una costruzione con funzione di supporto alle residenze
regie fortificate ubicate all'interno dei centri abitati.
Nonostante ciò il concetto
iniziale di castrum non scompare immediatamente e continua a convivere accanto
alle nuove accezioni ancora per lungo tempo, per cui, in relazione alle
strutture e agli insediamenti muniti cui viene riferito, indica, nella
maggioranza dei casi: una fortificazione realizzata in un luogo inaccessibile,
una semplice palizzata con o senza fossato, una qualsiasi opera difensiva in
legno, un muro di cinta a protezione di un particolare edificio, una fortezza o
un borgo munito."
Detto questo e vista la
documentata presenza per almeno due
volte del Carroccio, possiamo azzardare l'ipotesi che ovviamente non c'e mai
stato un castello in città, sarebbe stato troppo rilevante da non essere
ricordato, ma un castrum, ovvero una sorta di accampamento per i soldati o una
struttura fortificata a guardia del borgo, per lo meno in presenza del
Carroccio, importante simbolo di guerra.
Ma in assenza di prove consistenti possiamo
fare solo ipotesi. Come solo ipotesi si possono fare sulla posizione di questo accampamento.
Ma veniamo a parlare delle già
citate guerre tra comuni.
Iniziamo col parlare del 1245,
quando nell'estate di quell'anno Papa Innocenzo IV durante il Concilio di Lione
depone dai suoi poteri Federico II, sciogliendo tutti i suoi sudditi dal
giuramento; in Germania si passa alla
elezione di un nuovo re dei Romani individuato in Enrico di Turingia.
Federico II invita i principi
cristiani a punire la corruzione e l'invadenza del clero. I Milanesi mandano
ambasciatori in Germania a Enrico di Turingia per invitarlo a combattere Federico
II. Per rappresaglia il contado milanese è saccheggiato dai ghibellini.
In ottobre Federico II, alleatosi
con i cremonesi, parmigiani, alessandrini e dertonesi, con due eserciti, uno sotto il suo comando e l’altro sotto
quello del figlio Enzo, comincia ad invadere le terre del milanese. L’esercito
di Federico II arriva a Morimondo e ne distrugge il monastero.
Alla seconda metà di ottobre i
milanesi accortisi dell'invasione escono dalle mura cittadine e portano il
Carroccio con tutta la milizia a Corsico nell'intento di resistere al nemico.
Il Corio dice "con gran sollecitudine procurarono di resistere al
nemico" che lascia intendere ci sia stata battaglia anche in Corsico ma è
solo una possibile ipotesi vista la
presenza del Carroccio o un accampamento pronto alla battaglia. Siamo alla metà
di ottobre e le truppe raggiungono poi Abbiategrasso il giorno 21.
A novembre gli alleati di Piacenza, di Brescia
e di Novara mandano aiuti all'esercito milanese, che riesce a tenere a bada
quello imperiale. I militi di porta Comasina e di porta Orientale, guidati da
Simone da Locarno, muovono contro Enzo a Gorgonzola e lo attaccano. Enzo è
fatto prigioniero da Panera da Bruzzano e l'esercito imperiale si disperde.
Enzo viene rilasciato dietro
condizione di non invadere più il territorio milanese e di indurre il padre
Federico II a fare altrettanto. Queste condizioni saranno rispettate e pongono
fine alla guerra. Di questa guerra. Si perché all'epoca muovere eserciti era
quasi all'ordine del giorno.
Queste le parole del Corio: “Bonifacio,
marchese di Monferrato, abbandonando la fede data a Milanesi, contro il
giuramento, si accostò a Federico benché privato d'ogni dignità; il quale da
Torino partendosi venne a Pavia, dove deliberato di entrare su quel di Milano,
andava convocando per tutta Italia qualunque suo aderente. Gli vennero dunque i
Cremonesi con seicento soldati, i
Parmigiani con duecento e parimente gli Alessandrini e i Dertonesi (Tortonesi).
Fece la sua entrata a Miramondo (Morimondo) e destrusse il monasterio.; la qual
cosa intendendo i Milanesi condussero il lor Carroccio e la milizia al luogo di
Corsico, e con gran sollecitudine procuravano di resistere al nimico. Il
seguente giorno andò in fretta di
rincontro a Vermezzo. Il che vedendo Federico, mandò suoi legati ai Bergamaschi
ed ai Lodigiani che gli prestassero soccorso. Et un lunedì, a'ventuno di
ottobre, condusse l'esercito al borgo di Abbiategrasso oltre al Tesinello.”Trentuno anni dopo, nel 1274,
avviene un altra guerra lampo e nuovamente il Carroccio muove verso Corsico. Le
città di Pavia e Novara scontente del trattamento riservato dai Della Torre ai
nobili milanesi proscritti muovono guerra verso Milano e l 'undici maggio del
1274 arriva il Carroccio con la milizia a Corsico per proseguire poi verso
Abbiategrasso. La guerra avrà breve durata e terminerà il 6 giugno del 1274.
Scrive Bernardino Corio: "...
Agli undici del detto, un venerdì, trecento soldati milanesi condussero il lor
carroccio al luogo di Corsico, col gonfalone della comunità; e il sabato che fu
al duodecimo, i Novaresi e le genti a cavallo de' Pavesi andarono a dare il
guasto al luogo di Agem, tenuto per i Brusati; il perché nella domenica, il podestà
di Milano e Francesco Torriano, andarono in fretta ad Abbiategrasso, e il
carroccio fu condotto al luogo di Gazzano, quindi il giorno appresso ad
Abbiate...".
La cronologia degli eventi
1274Novara e Pavia proteggono la
causa dei nobili proscritti milanesi, per cui Milano decide di portar loro
guerra.
29 aprile
I Milanesi tolgono il
carroccio dalla porta maggiore di S. Tecla e muovono contro i Pavesi.
11 Maggio
Trecento militi, passati per
Corsico e Gaggiano, s'accampano ad Abbiategrasso.
15 Maggio
I Novaresi, uniti ai Pavesi,
s’ inoltrano fino al ponte sul Ticino, eretto dai nostri, vicino a Turbigo,
sorprendono gli avamposti milanesi e li fanno prigionieri dopo breve difesa
20 Maggio
Napo esce da Milano alla testa
delle legioni e raggiunge le milizie ad Abbiategrasso.
1 Giugno
Muove l’armata, passa il
Ticino e pone il campo al di la del fiume; intanto, seguendo la sua politica,
mette in opera maneggi i quali raggiungono il loro scopo.
6 giugno
Pace tra Napo della Torre e
Novara e Pavia.
Nel 1275 troviamo una nuova
citazione di Corsico, sempre tra le pagine scritte da Bernardino Corio. In una
guerra mossa da spagnoli, pavesi e banditi milanesi contro la città di Milano,
il 12 febbraio 1275 in un giorno di neve si radunano a Trezzano e a Corsico
milizie che vanno in soccorso all'esercito dei Della Torre.
Scrive l’autore:"Agli
undici si trasferirono al ponte sopra il tesino, e spianarono a Vigevano alcuni
fossi che vi erano. Il che vedendo i difensori e stimando che volessero
combattere, subito mandarono lettere a Milano, domandando opportuno soccorso. Perché
nella prima ora del giorno seguente ad Abbiategrasso con la milizia cavalcò il
Podestà di Milano; gran numero di popoli giunse fino a Trezzano; e parte a
Corsico, quantunque fosse sopra la terra alta la neve."Corsico è posta in una
situazione strategica, sulla strada principale che da Vigevano portava a Milano
e viceversa, quindi era d’obbligo che le truppe facessero spesso tappa nel
borgo, come avvenne anche successivamente nel 1706 con Eugenio di Savoia che
porta anch'egli il suo campo a Corsico.
E’ un peccato che questi
racconti, seppur di poco conto, siano rimasti in fondo ad un cassetto nel corso
della storia.
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