Corsico e la sua storia Volume 1

SUL SET A CORSICO - I 2 SOLITI IDIOTI (2012)


Era un po che la nostra città non veniva usata come set e dopo film cult come Asso, Un povero ricco e altri ecco che nel 2012 arrivano I Soliti Idioti alla vecchia Stazione di Corsico, nel secondo capitolo delle loro avventure.
La coppia Gianluca/Ruggero (Biggio e Mandelli) ha utilizzato come set per il loro film lo spazio all'aperto della vecchia stazione di Corsico, dove Ruggero De Ceglie dopo esser stato cacciato di casa dal figlio Gianluca, trova riparo nel campo Rom dove vivono i genitori di Perla Madonna, allestito proprio a Corsico. Ed ecco qui a seguire le scene girate alla vecchia stazione di Via Gramsci.


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11 FEBBRAIO 1972 - DECRETO DEL PRESIDENTE PER LA COSTRUZIONE DELLA CHIESA DI SANT'ANTONIO


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LEOPOLDO BOZZI, CORSICHESE

Leopoldo Bozzi nasce a Corsico l’11 aprile del 1911 da mamma Emilia e papà Carlo. Con i genitori e suo fratello Eugenio abitava in Via Cavour al numero 13.
Leopoldo era un impiegato dell’Azienda Trasporti Milanese, e sin da subito si era dichiarato contrario al regime fascista collaborando con gli antifascisti locali della futura Brigata Garibaldi.
Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 era entrato nelle fila del Partito Comunista distaccandosi un po da quelle che erano le dinamiche degli antifascisti locali.
Nel settembre del 1943 entra a far parte del Fronte della Gioventù costituendo, insieme ad altri giovani corsichesi, nel novembre 1943 la sezione locale del gruppo di cui era divenuto il responsabile.
Non passo molto tempo prima che le azioni di questi giovani corsichesi siano venute all’attenzione del  Capitano Leone Varisco della VIII BN Aldo Resega che, dalla Villa Triste, fa emettere i mandati di arresto per i 16 giovani componenti del gruppo.
La notte tra il  16 e il 17 novembre 1944, a circa un anno dalla costituzione del gruppo,  dalle ore 23 partono gli arresti, che dureranno per tutta la notte, sino a quando si ritrovano tutti al comando fascista sul Naviglio.
La milizia passerà a casa di tutti, anche in Via Cavour a casa di Bozzi arrivano gli squadristi del distaccamento di Corsico.
Sul libro di Villani e Spina, La lotta antifascista nel corsichese, viene cosi descritto il suo arresto: “Leopoldo si alza va ad aprire e di fronte a lui tre sbirri in borghese  <<"Svelto vestiti devi venire con noi">>.  Leopoldo senza fiatare va nella sua camera , si veste e si appresta ad uscire . Suo padre già sofferente , non riesce neppure a parlare : mentre segue i movimenti del figlio si accascia su una sedia. <<"Un attimo per favore">>, sono le uniche parole che Leopoldo riesce a dire agli agenti. Ritorna sui suoi passi, saluta con tenerezza la mamma e cerca per qualche minuto di confortare suo padre. Dopo un ultimo saluto ai genitori Leopoldo viene strappato alla sua famiglia dalla pattuglia della Resega, spinto in una macchina che attende in mezzo alla strada con il motore acceso, e dopo pochi minuti entra in quella caserma fascista dalla quale non avrebbe fatto più ritorno.”
I ragazzi vengono interrogati e picchiati brutalmente per ore.
Il 18 novembre i ragazzi vengono condannati a morte e mentre alcuni corsichesi iniziano a stazionare fuori dalla Villa Triste Don Tornaghi inizia la sua battaglia per il rilascio dei ragazzi. Chiede aiuto al Cardinale Schuster  che proprio in quei giorni era a Corsico per una visita pastorale, ma sarà il Comandante Costa di Milano a dare la grazia ai ragazzi del Fronte della Gioventù.
5 maggio 1945 - Manifestazione di cordoglio per Bozzi
Al suo ritorno a Corsico però, il parroco, scopre che l’ordine di scarcerazione è arrivato troppo tardi, infatti Luciano Villani e Leopoldo Bozzi erano nel frattempo stati trasferiti. Villani verrà poi deportato al campo di concentramento di Dachau, dal quale tornerà anche se non si riprenderà mai davvero dalle torture subite al campo, mentre Leopoldo Bozzi venne trasferito al carcere di  Legnano.
Sono giorni caldi a Corsico, il 24 novembre del 1944 con l’inganno viene arrestata Bianca “Vera” Nardini e, portata al carcere di Legnano, viene messa a confronto con il Bozzi ed entrambi negheranno di conoscersi se non di vista. La Nardini verrà poi liberata nel dicembre 1944 e poco prima del suo rilascio riesce a parlare con il Bozzi che si era oramai rassegnato al suo destino. Rimasta senza cibo riceverà un pezzo di pane da Bozzi che  venutone a conoscenza, tramite una guardia, glielo aveva fatto recapitare.
Il 17 febbraio 1945 viene ucciso, a San Vittore Olona, da due antifascisti un ispettore della Legione Speer di Legnano. I colpevoli non si trovano e allora, dopo una sentenza emessa dal tribunale militare tedesco di Milano, vengono prelevati due “comunisti”  dal carcere di Legnano e fucilati per rappresaglia nello stesso punto in cui è stato assassinato l’ispettore della Speer.
Leopoldo Bozzi e Pietro Bruzzi, che pagheranno per colpe altrui, vengono assassinati e i loro corpi lasciati in mostra per scoraggiare altre azioni del genere.
Sul Notiziario della Guardia Nazionale Repubblicana del 26 febbraio 1945 si legge: «il 17 corrente, in San Vittore Olona, due banditi in bicicletta sparavano due colpi di pistola contro l’ispettore Liebele della Speer di Legnano, uccidendolo» affiancandolo mentre percorreva in bicicletta la strada del Sempione.
E ancora sul notiziario del 27 febbraio : «il 19 corrente, alle 18,30, in S. Vittore Olona, il comando militare germanico faceva fucilare, per rappresaglia, due comunisti, nello stesso luogo ove fu commesso l’assassinio dell’ispettore Liebele, della Speer di Legnano».
Su  “Anarchici nella Resistenza: le brigate Malatesta-Bruzzi” si raccontano quei tristi momenti: «I militari scendono dalle camionette e formano un plotone d’esecuzione sotto gli occhi degli abitanti del paese. Un attimo dopo, i corpi dei due prigionieri giacciono sul terreno privi di vita e i nazisti pretendendo che le loro salme rimangano lì, sulla strada, per giorni, come avvertimento. Fino a che una mano clemente sfida l’ira dei carnefici e porta i due cadaveri al cimitero.
Quella sera il parroco di Corsico, che teneva un diario durante il suo operato in Corsico, Don Flaminio Tornaghi annota : ”Giorno doloroso per Corsico perché per rappresaglia dei tedeschi fu ucciso a San Vittore Olona il giovane Bozzi Leopoldo, proprio nel giorno in cui, riconosciuta la sua innocenza era posto in libertà. Grande cordoglio suscitò in paese.”
Il corpo di Leopoldo riposa nel cimitero di San Vittore Olona, il 5 maggio del 1945 a Corsico si è svolta una grossa manifestazione in suo cordoglio e il 18 novembre 1945 il Comune di Corsico ha deposto una targa in suo ricordo all'ingresso del Cimitero comunale.

5 maggio 1945 - Manifestazione di cordoglio per Bozzi

La targa posta al cimitero di Corsico


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15 FEBBRAIO 1943 - I CORSICHESI AIUTANO GLI SFOLLATI DI MILANO

La sera del 14 febbraio 1943 ci fu un pesante bombardamento su Milano, 138 bombardieri scatenarono la loro potenza di fuoco distruggendo parecchi edifici in tutta la città , si contarono 133 vittime e oltre 400 feriti. Migliaia le persone rimaste senza una casa e cosi ha inizio lo sfollamento da Milano verso mete più sicure.
I cittadini corsichesi si resero subito solidali verso gli sfollati di Milano e con quel poco che avevano aiutarono i vicini milanesi.
Sul diario di Don Flaminio Tornaghi,si legge: ”Veramente edificante e plebiscitario il contributo di indumenti e denari dati alla popolazione per i sinistrati dell'incursione aerea , Il Cardinale Schuster oltre ad aver scritto ,ha sentitamente ringraziato trovandosi riuniti in parrocchia a Trezzano il 18 marzo in occasione di s.cresima in quella parrocchia”.


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FEBBRAIO 1945 - DON TORNAGHI FINANZIA LA RESISTENZA

Dopo l'uccisione di Leopoldo Bozzi, avvenuta il 19 febbraio del 1945, il parroco di Corsico Don Flaminio Tornaghi si reca a casa di alcuni partigiani, e dopo aver donato 3000 lire per "contribuire alla lotta" dice alla Vera Nardini, che era presente in quel momento: “Non dirmi grazie perché non è necessario , quello che ho fatto è doveroso”.
Un grande uomo, un grande Parroco.

Don Flaminio Tornaghi

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19 FEBBRAIO 1945 - VIENE FUCILATO LEOPOLDO BOZZI

Il 19 febbraio del 1945 viene fucilato a San Vittore Olona il corsichese Leopoldo Bozzi.
Bozzi, era stato arrestato la notte del 16 novembre del 1944 insieme ad altri 15 ragazzi componenti del Fronte della Gioventù, che vennero poi liberati tranne il Bozzi e un suo compagno mandato in un campo di concentramento, formazione di cui era divenuto il responsabile.   
Il parroco di Corsico Don Tornaghi quella sera scrive sul suo diario: ”Giorno doloroso per Corsico perché per rappresaglia dei tedeschi fu ucciso a San Vittore Olona il giovane Bozzi Leopoldo, proprio nel giorno in cui, riconosciuta la sua innocenza era posto in libertà. Grande cordoglio suscitò in paese.”
A breve pubblicheremo una sua piccola biografia.



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FEBBRAIO 1138 - UN MULINO IN "CORSEGO"

Nel “Codice diplomatico della Lombardia medievale (sec. VIII-XII)”, archivio creato dalla regione Lombardia per raccogliere le trascrizioni delle antiche pergamene che erano conservate nelle varie chiese lombarde, viene citata Corsego, l'attuale Corsico. 
Questa pergamena, rinvenuta presso la chiesa di S. Giorgio al Palazzo di Milano e ora conservata presso l'Archivio di Stato di Milano, è datata febbraio 1138 ed è intitolata “Breve pignoris et consulti”. 
Qui di seguito la trascrizione completa di essa dove si parla di un investimento in pegno di alcune proprietà di tale Alberto fu Ambrogio per comprare un mulino a Corsico, una sorta di ipoteca dell’epoca. Corsico era in quel tempo chiamata Corsego.
Evidenziato in giallo il nome "Corsego".

Breve pignoris et consulti

1138 febbraio, Milano.

Alberto del fu Ambrogio che fu detto Sturnus de Fabrica, del borgo di Porta Ticinese, investe a titolo di pegno e nomine consulti, a favore della propria moglie Giordana, Giovanni Laborante, di Milano, suo suocero, di tutte le case e i beni in Rancate e a la Turre, non lontano dalla città, un mulino in Corsico, a condizione che, nel caso la moglie gli sopraviva i propri eredi le corrispondano, entro un anno, trentatre lire di denari buoni milanesi d'argento, in conto del suo faderfio. In caso di inadempienza, stabilisce che detti beni spettino alla moglie.

Anno dominice incarnacionis milleximo centeximo trigeximo octavo mense februarii, indicione prima. Presentia bonorum hominum quorum nomina hic subter leguntur, per lignum et pergamenum que sua tenebat manu, Albertus filius quondam Ambrosii qui fuit dictus Sturnus de Fabrica, de burgo Porte Ticinensis, investivit per pignus et nomine consulti Iohannem qui dicitur Laborante, de civitate Mediolani, et ad partem Iordane filie sue et coniux (a) ipsius Alberti, nominative de omnibus casis et rebus territoriis illis reiacentibus in locis et fundis Rancate et a la Turre, non longe ab hac civitate Mediolani, atque de molendino suo quod reiacet in loco Corsego cum ripa et clusa et paratura seu argumento atque cum omni sua utilitate pertinente eidem molendino ad macinandum, quantecumque ipse case et res territorie de predictis locis Rancate et de la Turre et de eorum territoriis invente fuerint, una cum predicto molendino de suprascripto loco Corsego, sicut superius legitur in integrum, in presenti maneant hoc pignore eo tenore sicut hic subter legitur, ita ut si Dei fuerit iuditium quod si (b) predictus Albertus decesserit ex suprascripto (a) seculo antequam predictam Iordanam coniugem suam, tunc heredes ipsius Alberti dabunt infra annum unun proximum post obitum eius eidem Iordane coniugi sue aut eius heredibus vel cui ipsa dari iusserit arg(e)n(ti) d(e)n(ariorum) b(o)n(orum) Mediol(anensium) libras triginta et tres, qui sunt de faderfio suo que supra Iordane. Et si prenominati heredes ipsius Alberti se subtraxerint quod non dederint suprascriptos denarios omnes per suprascriptum constitutum sicut superius legitur, tunc, post transactum spatium anni uni (a), suprascriptas res omnes qualiter superius legitur in integrum deveniant et permaneant in manu et potestate ipsius Iordane, faciendum exinde cum suis heredibus vel cui ipsi dederint quicquid voluerint secundum usum et tenorem pignoris et consulti sine contradicione predictorum heredum et de illorum heredibus usque in pena dupli ipsius pretii. Quia sic inter eos convenit. Actum in curte laboris Sancti Laurentii. Signum manus suprascripti Alberti qui hunc brevem pignoris et consulti ut supra fieri rogavit. Signum manuum Alberti Sedatii, Ottonis Textoris, Anselmini But[raffi]i, Rainfredi Stampe, Nazarii, Iohannis et Anselmi germani (a) qui dicuntur Ansaldi et Rogerii, testium. Ego Iohannes notarius sacri palatii scripsi et interfui.


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6 GIUGNO 1859 - QUANDO I CORSICHESI SALVARONO IL PONTE

Una delle più vecchie foto del ponte di Corsico, qui siamo nei primi anni del 900.
Cosi poteva apparire nel 1859

Siamo nel 1859 e il contesto storico è quello della seconda guerra d'indipendenza quando, dopo le vittoriose battaglie di Magenta prima e quella di San 
Martino e Solferino poi, il Regno di Sardegna conquista i territori del Regno Lombardo-Veneto sino a quel momento controllati dagli sconfitti austriaci.
Il 4 giugno 1859 ci fu la celebre Battaglia di Magenta e dopo cruenti scontri l'esercito franco-piemontese (i francesi che combattevano con il Regno di Sardegna erano in maggior numero rispetto ai piemontesi), coadiuvato da battaglioni di zuavi provenienti dall'Africa, riuscì a battere e mandare in ritirata l'esercito austriaco.
Il 5 giugno, giorno seguente alla battaglia, gli austriaci, che avevano bisogno di riorganizzare le truppe dopo le numerose perdite, iniziano la loro ritirata verso Milano, non prima però di aver fatto saltare tutti i ponti che trovavano lungo la strada per poter così rallentare l'offensiva francese che ancora gli stava dietro.
Fecero saltare tutti i ponti sul Naviglio da Abbiategrasso a Milano, compreso quello di Gaggiano, tutti meno che uno. 
Il 6 giugno gli austriaci di passaggio a Corsico, e come avvenuto in precedenza, si apprestano a far saltare anche il ponte qui presente. I corsichesi riuscirono però a corrompere, si legge, con "pochi Napoleoni d'oro" l'ufficiale austriaco addetto alla mina e fu così che con una storica tangente il popolo salvò il suo ponte costruito non molti anni prima, nel 1823.
Durante il loro ripiegamento verso Milano gli austriaci, ormai consapevoli della sconfitta, pensarono bene oltre a far saltare i ponti anche a saccheggiare le città ove passavano. Corsico fu  invece risparmiata da entrambi i trattamenti grazie all'intercessione dei suoi abitanti storicamente uniti. 
Nel 1859 Corsico contava circa 1500 abitanti e l'unico centro abitato, oltre alle Cascine sparse su tutto il territorio, era la sola attuale via Cavour, all'epoca divisa in due frazioni chiamate Contrada del ponte e Contrada della chiesa. 
Una cartina del 1854
Una litografia francese del 1859,
 descrive francesi che entrano a Corsico


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10 FEBBRAIO 1923 - VIENE ELETTO SINDACO IL RAGIONIER PERICO

 


Il 10 febbraio del 1923, durante i primi anni del fascismo, viene eletto Sindaco il Ragioniere Luigi Perico, che rimarrà in carica sino al 1926.
Il nuovo Sindaco sostituisce l'uscente Commissario prefettizio, il Ragionier De Checo, che era stato chiamato a sostituire il povero Sindaco Angelo Massone scacciato dai fascisti.
Qui trovate un articolo dedicato al Sindaco Massone.


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CORSICO DA VISITARE - MONUMENTO AGLI ALPINI

Il monumento agli Alpini viene inaugurato a Corsico il 3 giugno 1984 e, per chi lo volesse vedere, è posizionato in Via Achille Grandi.




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CURIOSITA' - PECORE A CORSICO

 Non è la prima volta che delle pecore si aggirano per il nostro territorio ma oggi abbiamo voluto documentarlo. Ovviamente erano nell'unica zona adatta al loro pascolo, la campagna tra Via dei Navigli e la Guardia di Sotto.








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CORSICO E LA SUA STORIA CONSIGLIA:

1823-2023, IL PONTE DI CORSICO COMPIE 200 ANNI

Il primo ponte in centro a Corsico fu eretto nel 1550 circa, e, come si nota nella mappa del 1722 qui sotto riportata, era in linea con l...

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