Leopoldo era un impiegato dell’Azienda
Trasporti Milanese, e sin da subito si era dichiarato contrario al regime
fascista collaborando con gli antifascisti locali della futura Brigata
Garibaldi.
Dopo l’armistizio dell’8
settembre 1943 era entrato nelle fila del Partito Comunista distaccandosi un po da quelle che erano le dinamiche degli antifascisti locali.
Nel settembre del 1943 entra a
far parte del Fronte della Gioventù costituendo, insieme ad altri giovani
corsichesi, nel novembre 1943 la sezione locale del gruppo di cui era divenuto il
responsabile.
Non passo molto tempo prima
che le azioni di questi giovani corsichesi siano venute all’attenzione del Capitano Leone Varisco della VIII BN Aldo Resega che, dalla Villa Triste, fa emettere i
mandati di arresto per i 16 giovani componenti del gruppo.
La notte tra il 16 e il 17 novembre 1944, a circa un anno
dalla costituzione del gruppo, dalle ore
23 partono gli arresti, che dureranno per tutta la notte, sino a quando si
ritrovano tutti al comando fascista sul Naviglio.
La milizia passerà a casa di
tutti, anche in Via Cavour a casa di Bozzi arrivano gli squadristi del distaccamento di Corsico.
Sul libro di Villani e Spina,
La lotta antifascista nel corsichese, viene cosi descritto il suo arresto: “Leopoldo
si alza va ad aprire e di fronte a lui tre sbirri in borghese <<"Svelto vestiti devi venire con
noi">>. Leopoldo senza
fiatare va nella sua camera , si veste e si appresta ad uscire . Suo padre già
sofferente , non riesce neppure a parlare : mentre segue i movimenti del figlio
si accascia su una sedia. <<"Un attimo per favore">>,
sono le uniche parole che Leopoldo riesce a dire agli agenti. Ritorna sui suoi
passi, saluta con tenerezza la mamma e cerca per qualche minuto di confortare
suo padre. Dopo un ultimo saluto ai genitori Leopoldo viene strappato alla sua
famiglia dalla pattuglia della Resega, spinto in una macchina che attende in
mezzo alla strada con il motore acceso, e dopo pochi minuti entra in quella
caserma fascista dalla quale non avrebbe fatto più ritorno.”
I ragazzi vengono interrogati
e picchiati brutalmente per ore.
Il 18 novembre i ragazzi
vengono condannati a morte e mentre alcuni corsichesi iniziano a stazionare
fuori dalla Villa Triste Don Tornaghi inizia la sua battaglia per il rilascio
dei ragazzi. Chiede aiuto al Cardinale Schuster che proprio in quei giorni era a Corsico per
una visita pastorale, ma sarà il Comandante Costa di Milano a dare la grazia ai ragazzi del Fronte della Gioventù.
| 5 maggio 1945 - Manifestazione di cordoglio per Bozzi |
Al suo ritorno a Corsico però,
il parroco, scopre che l’ordine di scarcerazione è arrivato troppo tardi,
infatti Luciano Villani e Leopoldo Bozzi erano nel frattempo stati trasferiti. Villani
verrà poi deportato al campo di concentramento di Dachau, dal quale tornerà anche
se non si riprenderà mai davvero dalle torture subite al campo, mentre Leopoldo
Bozzi venne trasferito al carcere di Legnano.
Sono giorni caldi a Corsico, il
24 novembre del 1944 con l’inganno viene arrestata Bianca “Vera” Nardini e, portata al carcere di Legnano, viene messa a confronto con il Bozzi ed entrambi
negheranno di conoscersi se non di vista. La Nardini verrà poi liberata nel
dicembre 1944 e poco prima del suo rilascio riesce a parlare con il Bozzi che
si era oramai rassegnato al suo destino. Rimasta senza cibo riceverà un pezzo
di pane da Bozzi che venutone a conoscenza,
tramite una guardia, glielo aveva fatto recapitare.
Il 17 febbraio 1945 viene
ucciso, a San Vittore Olona, da due antifascisti un ispettore della Legione Speer
di Legnano. I colpevoli non si trovano e allora, dopo una sentenza emessa dal
tribunale militare tedesco di Milano, vengono prelevati due “comunisti” dal carcere di Legnano e fucilati per
rappresaglia nello stesso punto in cui è stato assassinato l’ispettore della
Speer.
Sul Notiziario della Guardia Nazionale Repubblicana del 26 febbraio 1945
si legge: «il 17 corrente, in San Vittore Olona, due banditi in bicicletta
sparavano due colpi di pistola contro l’ispettore
Liebele della Speer di Legnano, uccidendolo» affiancandolo
mentre percorreva in bicicletta la strada del Sempione.
E ancora sul notiziario del 27 febbraio : «il 19 corrente, alle 18,30,
in S. Vittore Olona, il comando militare germanico faceva fucilare, per
rappresaglia, due comunisti, nello stesso luogo ove fu commesso l’assassinio
dell’ispettore Liebele, della Speer di Legnano».
Su “Anarchici nella Resistenza:
le brigate Malatesta-Bruzzi” si raccontano quei tristi momenti: «I militari
scendono dalle camionette e formano un plotone d’esecuzione sotto gli occhi
degli abitanti del paese. Un attimo dopo, i corpi dei due prigionieri giacciono
sul terreno privi di vita e i nazisti pretendendo che le loro salme rimangano
lì, sulla strada, per giorni, come avvertimento. Fino a che una mano clemente
sfida l’ira dei carnefici e porta i due cadaveri al cimitero.
Quella sera il parroco di
Corsico, che teneva un diario durante il suo operato in Corsico, Don Flaminio Tornaghi
annota : ”Giorno doloroso per Corsico perché per rappresaglia dei tedeschi fu
ucciso a San Vittore Olona il giovane Bozzi Leopoldo, proprio nel giorno in
cui, riconosciuta la sua innocenza era posto in libertà. Grande cordoglio
suscitò in paese.”
Il corpo di Leopoldo riposa nel
cimitero di San Vittore Olona, il 5 maggio del 1945 a Corsico si è svolta una
grossa manifestazione in suo cordoglio e il 18 novembre 1945 il Comune di
Corsico ha deposto una targa in suo ricordo all'ingresso del Cimitero comunale.
| 5 maggio 1945 - Manifestazione di cordoglio per Bozzi |
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