Corsico e la sua storia Volume 1

28 OTTOBRE 1929 - INAUGURAZIONE NUOVO ASILO IN VIA DANTE

Il quotidiano “La stampa” di lunedì 28 ottobre 1929 nel raccontare gli innumerevoli appuntamenti dell’onorevole De Vecchi a Milano e dintorni in occasione dell’anniversario della marcia su Roma ci ricorda che nel pomeriggio l’onorevole ha inaugurato l’asilo a Corsico.
“Dopo aver assistito alla messa celebrata in Duomo a Milano e una breve interruzione per una colazione intima S.E-. De Vecchi pronunciò un breve discorso, salutato da incessanti applausi. Ovunque è stato accolto entusiasticamente. A Sesto San Giovanni inaugurò la grande casa economica; nella città degli studi presenziò alla posa della prima pietra della casa dello studente e inaugurò la magnifica sede del gruppo Tonelli, che vuole essere anche monumento alla memoria dei Caduti, nel rione Monforte; a Corsico inaugurò l’Asilo infantile: ad Abbiategrasso un padiglione per tubercolosi: a Rho il viale delle Rimembranze ed un ospedale locale: a Legnano il palazzo Littorio e di nuovo a Milano il campo sportivo dedicato alla memoria della medaglia d’oro Giuriati, nipote del presidente della Camera. Alle 18 visitò l’associazione nazionale del fante, dove fu accolto entusiasticamente. S. E. De Vecchi chiuse la memoranda giornata milanese alle 21, salutato da un imponente dimostrazione, partì alla volta di Roma:”
Un notevole giro per essere vicini all’elettorato a cui anche oggi i nostri politici ci hanno abituati, ma sicuramente meno comodo da farsi con i mezzi e i collegamenti stradali di allora…
Arrivato a Corsico inaugura l’asilo dell’attuale via Dante. Opera che il frontespizio del libretto che raccoglie le firme illustri degli ospiti che in seguito lo visiteranno così ci dice:
“Inaugurato il 28 ottobre 1929 – VII. E. F. Donatore dell’ampia area il grand Uff. Ing. Luigi Burgo e per concorde larghezza di ogni ceto cittadino qui risorge più grandioso nell’anno VII dell’era fascista l’asilo infantile già nobilmente eretto nell’anno 1912 dal Cav. Uff. Alessandro Gallone.”
Il promo documento che ci racconta degli asili per l’infanzia a Corsico è un verbale del consiglio comunale della primavera del 1893 dove troviamo scritto:
“…l’assessore, conciliatore e presidente di carità locale sig. Gallone Cav. Ernesto ha con disposizione testamentaria legato a favore del comune di L. 10.000 per l’istituzione di un asilo infantile”. 
Sempre dai verbali del consiglio comunale sappiamo che nel 1912 un altro componente della famiglia Gallone il sig. Alessandro (che fu anche sindaco di Corsico dal dal1897 al 1910) ha costruito su un terreno da lui donato al comune un nuovo asilo. Già l’anno successivo l’affluenza di bimbi è tale che deve intervenire il comune con contributi, necessari per sistemare l’edificio e per coprire le ulteriori spese, tra cui quelle del nuovo personale. Nuovo personale che sappiamo già nel 1916 essere di Suore. Sicuramente sono le suore del Cottolengo di Torino quelle che hanno insegnato nella nuova struttura voluta da Burgo, e ancora oggi funzionante, fino al 1999, lasciando poi il compito a personale laico.
Il vecchio asilo fatto costruire tra la via Garibaldi e via XXIV Maggio di proprietà della locale “Congregazione di carità” viene acquistato nel 1926 dal Comune per adattarlo a nuova scuola elementare in aggiunta ella vecchia scuola allora situata nel edificio adiacente il Municipio. Il cantiere per costruire il nuovo asilo sulla via Dante parte immediatamente e in poco più di due anni si riesce ad inaugurarlo.

Tarcisio Sanzani

Luigi Burgo nel tempo ha visionato e seguito quest’opera, ecco un immagine del servizio fotografico effettuato il 23- 5 1937 durante la “Visita dei dolopalovoristi alla cartiera e all’asilo di Corsico”.


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16 OTTOBRE 1444 - MUORE A CORSICO IL CONDOTTIERO NICCOLO PICCININO

 Anche se alcuni storici indicano Cusago come luogo di morte la maggioranza comunque indica che il celebre condottiero del quattrocento Niccolo Piccinino morì a Corsico il 16 ottobre del 1444.



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OTTOBRE 1245 - GUERRA TRA COMUNI, IL CARROCCIO SOSTA IN CORSICO

Nell'estate del 1245 Papa Innocenzo IV durante il Concilio di Lione depone dai suoi poteri Federico II, sciogliendo tutti i suoi sudditi dal giuramento;  in Germania si passa alla elezione di un nuovo re dei Romani individuato in Enrico di Turingia.    
Federico II invita i principi cristiani a punire la corruzione e l'invadenza del clero. I Milanesi mandano ambasciatori in Germania a Enrico di Turingia per invitarlo a combattere Federico II. Per rappresaglia il contado milanese è saccheggiato dai ghibellini.
In ottobre Federico II, alleatosi con i cremonesi, parmigiani, alessandrini e dertonesi, con due eserciti,  uno sotto il suo comando e l’altro sotto quello del figlio Enzo, comincia ad invadere le terre del milanese. L’esercito di Federico II arriva a Morimondo e ne distrugge il monastero.
Alla seconda metà di ottobre i milanesi accortisi dell'invasione escono dalle mura cittadine e portano il Carroccio con tutta la milizia a Corsico nell'intento di resistere al nemico. Il Corio dice "con gran sollecitudine procurarono di resistere al nemico" che lascia intendere ci sia stata battaglia anche in Corsico ma è solo una possibile ipotesi  vista la presenza del Carroccio o un accampamento pronto alla battaglia. Siamo alla metà di ottobre e le truppe raggiungono poi Abbiategrasso il giorno 21.
A novembre gli alleati di Piacenza, di Brescia e di Novara mandano aiuti all'esercito milanese, che riesce a tenere a bada quello imperiale. I militi di porta Comasina e di porta Orientale, guidati da Simone da Locarno, muovono contro Enzo a Gorgonzola e lo attaccano. Enzo è fatto prigioniero da Panera da Bruzzano e l'esercito imperiale si disperde.
Enzo viene rilasciato dietro condizione di non invadere più il territorio milanese e di indurre il padre Federico II a fare altrettanto. Queste condizioni saranno rispettate e pongono fine alla guerra. Di questa guerra. Si perché all'epoca muovere eserciti era quasi all'ordine del giorno.
Queste le parole del Corio:
“Bonifacio, marchese di Monferrato, abbandonando la fede data a Milanesi, contro il giuramento, si accostò a Federico benché privato d'ogni dignità; il quale da Torino partendosi venne a Pavia, dove deliberato di entrare su quel di Milano, andava convocando per tutta Italia qualunque suo aderente. Gli vennero dunque i Cremonesi con seicento soldati,  i Parmigiani con duecento e parimente gli Alessandrini e i Dertonesi (Tortonesi). Fece la sua entrata a Miramondo (Morimondo) e destrusse il monasterio.; la qual cosa intendendo i Milanesi condussero il lor Carroccio e la milizia al luogo di Corsico, e con gran sollecitudine procuravano di resistere al nimico. Il seguente giorno andò in fretta  di rincontro a Vermezzo. Il che vedendo Federico, mandò suoi legati ai Bergamaschi ed ai Lodigiani che gli prestassero soccorso. Et un lunedì, a'ventuno di ottobr, condusse l'esercito al borgo di Abbiategrasso oltre al Tesinello.”




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24 SETTEMBRE 1706 - EUGENIO DI SAVOIA PORTA IL QUARTIER GENERALE A CORSICO

Nel 1706 durante la guerra di successione spagnola, di ritorno dalla presa di Torino e Novara il principe Eugenio di Savoia su ordine dell’Impero Austriaco, insedia a Corsico il quartiere generale. 
Il Principe Eugenio di Savoia, avuta Torino il 7 settembre, si mosse il 14 alla volta di Milano, passando il 15 settembre da Chivasso, Novara per arrivare il 24 settembre 1706 al campo di Corsico in attesa della resa di Milano, dove l’ultimo governatore spagnolo si era ritirato a Pizzighettone. Dall'accampamento di Corsico, che secondo i racconti era situato tra Cesano Boscone e Corsico, parti l’ambasciata che attendeva la resa di Milano, che avvenne senza il bisogno di combattere . Il 26 settembre era cosa fatta e venne stilato l’atto che decretava di non pagare più tasse agli spagnoli , datato 26 in luogo Corsico.
“Il 26 settembre che era domenica il principe Eugenio fu incontrato a Corsico dal Senato, tribunali , decurioni , da tutta la nobiltà, e da infinità di popolo che han gridato più viva che se fosse stato il messia…” 
Il 28 settembre 1706 dall'accampamento di Corsico il principe Eugenio partì alla volta di Lodi per proseguire nella guerra di successione spagnola. Di seguito alcuni estratti di pubblicazioni tratte da libri che raccontano quei giorni dove si respirava aria di guerra a Corsico .
Da qui l’inizio dei novanta anni del primo periodo di dominazione austriaca, durante la quale Corsico viene decretata come Sede Distrettuale dell'Imperiale Regia Amministrazione, con uffici politici, civili e di polizia.


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20 SETTEMBRE 1922 - SPEDIZIONE PUNITIVA ALLA MATERIALI REFRATTARI

Il 20 settembre del 1922, gli squadristi corsichesi della Vittorio Veneto effettuano una cosiddetta “spedizione punitiva” alla Materiali Refrattari. Sulla stampa si legge “Finalmente una folata di aria ossigenata è passata nella piccola Russia rifugio da tempo di tutta la schiuma del social-pussismo”.



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12 SETTEMBRE 1920 - VIENE COSTITUITO IL FASCIO DI CORSICO

 Su "La lotta antifascista nel corsichese" (libro scritto a quattro mani da  Luigi Spina e da Carlo Villani) si legge un articolo d'epoca intitolato "Battaglie e glorie dei fasci provinciali"  dove viene descritta la serata: "Il Fascio di Corsico , capoluogo della XIV zona, ebbe origini analoghe a tutti gli altri fasci della provincia; La sera del 12 settembre 1920 in un salone del ristorante la Pianta "gentilmente concesso", un esiguo gruppo di giovani, per buona parte ex combattenti, si radunò per costituire il Fascio di Corsico. Un giovanissimo era tra gli intervenuti, ardente ed entusiasta: il camerata Grassigli Paolo, allora dimorante a Corsico, audace e fiero squadrista che immolò la vita un anno dopo per il trionfo della Rivoluzione delle Camice nere. Fu un'assemblea di pochi uomini e di poche parole. Fu accettato un unico programma: quello che, di giorno in giorno, dalle colonne del suo glorioso giornale, il Capo dettava." 
Il ristorante La Pianta in una foto d'epoca

Da detta riunione venne creata la squadra d'Azione Vittorio Veneto, 39 giovani di cui facevano parte ex combattenti, agricoltori, operai, alcuni adolescenti e qualche elemento proveniente dai paesi limitrofi. La sede operativa era la casa del fascio sita in piazza al ponte/via Vittorio Emanuele in una costruzione tutt'ora esistente. Anche Corsico entra nell'epoca fascista. 


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1245-1275 CORSICO NEL MEDIOEVO, IL CASTELLO, IL CARROCCIO E LE GUERRE TRA COMUNI

Il Carroccio
Poco si sa, quasi nulla della Corsico negli anni del Medioevo e incuriositi da una descrizione che ogni tanto riaffiorava su vecchi libri che descrivevano la nostra città ne abbiamo voluto approfondire l’argomento. "La borgata di Corsico ha origini antiche, ed il castello che la presidiava è più volte ricordato nelle cronache milanesi riferentisi alle guerre del Comune colle città vicine."
Così veniva descritta Corsico su "La Patria" del 1894 e non è insolito trovare questa descrizione tra le pagine dei libri di storia pubblicati sopratutto prima del novecento, ovviamente colpisce subito che si parli di un castello ma non passa inosservata nemmeno la parola "guerre",  e quindi volendo saperne di più siamo riusciti a scovare alcuni eventi di cui andremo a parlare nelle prossime righe. 
Come riferimento abbiamo preso il libro sulla storia di Milano dello  storico del cinquecento  Bernardino Corio (Milano, 8 marzo 1459 – Milano, 1519), dal quale era già stata estrapolata la notizia della presenza del Carroccio in Corsico l’undici maggio 1274 durante la guerra lampo che in quell'epoca Pavia e Novara mossero nei confronti della città di Milano.
Da questo libro, preziosa fonte di notizie riguardo la storia milanese,  siamo venuti a conoscenza che Corsico viene citata durante le guerre tra comuni nell'anno 1245, il già citato 1274 e nel 1275 e che per ben due volte il Carroccio fu portato in Corsico prima della battaglia, 1245 e 1274. Viene inoltre citata una quarta volta riguardo la morte del Piccinino avvenuta il 16 ottobre 1444.
Vediamo brevemente cos'era il Carroccio.  Da Wikipedia: “Il Carroccio era un grande carro a quattro ruote recante le insegne cittadine, intorno al quale si raccoglievano e combattevano le milizie dei comuni, prevalentemente lombardi, ma anche toscani e dell'intera Italia settentrionale. Difeso da truppe scelte, pavesato con i colori del comune, era trainato da buoi e portava un'antenna con la croce e con lo stendardo, un altare e una campana ("la martinella"). In tempo di pace era custodito nella chiesa principale della città. Di origine incerta, secondo la tradizione fu inventato dall'arcivescovo di Milano, Ariberto da Intimiano (XI secolo) tra il 1037 ed il 1039 in uno degli assedi che Corrado II il Salico fece a più riprese a Milano. Il suo uso da Milano si diffuse in molti comuni dell'Italia settentrionale, in Toscana e fuori d'Italia, fino alla decadenza nel secolo XIV. Il carroccio fu protagonista nella battaglia di Legnano, avvenuta nel 1176, durante la quale era difeso dalla compagnia della morte, guidata secondo la tradizione popolare da Alberto da Giussano”.
Per quanto riguarda il castello non vi è nessuna traccia ne visiva ne scritta e nemmeno nessun ricordo che parli di un castello in Corsico e quindi, come spesso accade, nel tempo la parola castello è stata tradotta e trasformata nel tempo dall'originale "castrum". Infatti la parola castrum come riportato anche da https://www.mondimedievali.net/ poteva avere anche altri significati: "Confuso spesso, sin dall'età classica, con castellum, il termine castrum comprende una gamma di significati che, a seconda dei tempi, dei luoghi e dei diversi autori che lo riportano, comprende tanto l’antico fortilizio romano quanto la dimora fortificata di un funzionario che esercita la sua autorità nella zona il cui la struttura sorge e che può essere anche inserito in un rapporto di vassallaggio con altri. In altri casi designa uno spazio chiuso dotato di una qualche forma di difesa, circondato da mura ed arroccato intorno al complesso (solitamente fortificato) della cattedrale e del relativo palazzo vescovile, ma nello stesso tempo - specialmente nelle fonti letterarie - persino un abitato di una certa consistenza non affatto fortificato.
Nel XIII secolo il termine viene quindi associato da alcune fonti, specificatamente, ad una semplice “casa forte” munita di torre a pianta quadrata, molto frequente in tutte le città italiane, da altre ad una costruzione con funzione di supporto alle residenze regie fortificate ubicate all'interno dei centri abitati.
Nonostante ciò il concetto iniziale di castrum non scompare immediatamente e continua a convivere accanto alle nuove accezioni ancora per lungo tempo, per cui, in relazione alle strutture e agli insediamenti muniti cui viene riferito, indica, nella maggioranza dei casi: una fortificazione realizzata in un luogo inaccessibile, una semplice palizzata con o senza fossato, una qualsiasi opera difensiva in legno, un muro di cinta a protezione di un particolare edificio, una fortezza o un borgo munito."
Detto questo e vista la documentata presenza per almeno  due volte del Carroccio, possiamo azzardare l'ipotesi che ovviamente non c'e mai stato un castello in città, sarebbe stato troppo rilevante da non essere ricordato, ma un castrum, ovvero una sorta di accampamento per i soldati o una struttura fortificata a guardia del borgo, per lo meno in presenza del Carroccio, importante simbolo di guerra.
 Ma in assenza di prove consistenti possiamo fare solo ipotesi. Come solo ipotesi si possono fare sulla posizione di  questo accampamento.
Ma veniamo a parlare delle già citate guerre tra comuni.
Iniziamo col parlare del 1245, quando nell'estate di quell'anno Papa Innocenzo IV durante il Concilio di Lione depone dai suoi poteri Federico II, sciogliendo tutti i suoi sudditi dal giuramento;  in Germania si passa alla elezione di un nuovo re dei Romani individuato in Enrico di Turingia.    
Federico II invita i principi cristiani a punire la corruzione e l'invadenza del clero. I Milanesi mandano ambasciatori in Germania a Enrico di Turingia per invitarlo a combattere Federico II. Per rappresaglia il contado milanese è saccheggiato dai ghibellini.
In ottobre Federico II, alleatosi con i cremonesi, parmigiani, alessandrini e dertonesi, con due eserciti,  uno sotto il suo comando e l’altro sotto quello del figlio Enzo, comincia ad invadere le terre del milanese. L’esercito di Federico II arriva a Morimondo e ne distrugge il monastero.
Alla seconda metà di ottobre i milanesi accortisi dell'invasione escono dalle mura cittadine e portano il Carroccio con tutta la milizia a Corsico nell'intento di resistere al nemico. Il Corio dice "con gran sollecitudine procurarono di resistere al nemico" che lascia intendere ci sia stata battaglia anche in Corsico ma è solo una possibile ipotesi  vista la presenza del Carroccio o un accampamento pronto alla battaglia. Siamo alla metà di ottobre e le truppe raggiungono poi Abbiategrasso il giorno 21.
 A novembre gli alleati di Piacenza, di Brescia e di Novara mandano aiuti all'esercito milanese, che riesce a tenere a bada quello imperiale. I militi di porta Comasina e di porta Orientale, guidati da Simone da Locarno, muovono contro Enzo a Gorgonzola e lo attaccano. Enzo è fatto prigioniero da Panera da Bruzzano e l'esercito imperiale si disperde.
Enzo viene rilasciato dietro condizione di non invadere più il territorio milanese e di indurre il padre Federico II a fare altrettanto. Queste condizioni saranno rispettate e pongono fine alla guerra. Di questa guerra. Si perché all'epoca muovere eserciti era quasi all'ordine del giorno.
Queste le parole del Corio: “Bonifacio, marchese di Monferrato, abbandonando la fede data a Milanesi, contro il giuramento, si accostò a Federico benché privato d'ogni dignità; il quale da Torino partendosi venne a Pavia, dove deliberato di entrare su quel di Milano, andava convocando per tutta Italia qualunque suo aderente. Gli vennero dunque i Cremonesi con seicento soldati,  i Parmigiani con duecento e parimente gli Alessandrini e i Dertonesi (Tortonesi). Fece la sua entrata a Miramondo (Morimondo) e destrusse il monasterio.; la qual cosa intendendo i Milanesi condussero il lor Carroccio e la milizia al luogo di Corsico, e con gran sollecitudine procuravano di resistere al nimico. Il seguente giorno andò in fretta  di rincontro a Vermezzo. Il che vedendo Federico, mandò suoi legati ai Bergamaschi ed ai Lodigiani che gli prestassero soccorso. Et un lunedì, a'ventuno di ottobre, condusse l'esercito al borgo di Abbiategrasso oltre al Tesinello.”
Trentuno anni dopo, nel 1274, avviene un altra guerra lampo e nuovamente il Carroccio muove verso Corsico. Le città di Pavia e Novara scontente del trattamento riservato dai Della Torre ai nobili milanesi proscritti muovono guerra verso Milano e l 'undici maggio del 1274 arriva il Carroccio con la milizia a Corsico per proseguire poi verso Abbiategrasso. La guerra avrà breve durata e terminerà il 6 giugno del 1274.
Scrive Bernardino Corio: "... Agli undici del detto, un venerdì, trecento soldati milanesi condussero il lor carroccio al luogo di Corsico, col gonfalone della comunità; e il sabato che fu al duodecimo, i Novaresi e le genti a cavallo de' Pavesi andarono a dare il guasto al luogo di Agem, tenuto per i  Brusati; il perché nella domenica, il podestà di Milano e Francesco Torriano, andarono in fretta ad Abbiategrasso, e il carroccio fu condotto al luogo di Gazzano, quindi il giorno appresso ad Abbiate...". 
 La cronologia degli eventi
1274
Novara e Pavia proteggono la causa dei nobili proscritti milanesi, per cui Milano decide di portar loro guerra.
29 aprile             
I Milanesi tolgono il carroccio dalla porta maggiore di S. Tecla e muovono contro i Pavesi.
11 Maggio
Trecento militi, passati per Corsico e Gaggiano, s'accampano ad Abbiategrasso.
15 Maggio
I Novaresi, uniti ai Pavesi, s’ inoltrano fino al ponte sul Ticino, eretto dai nostri, vicino a Turbigo, sorprendono gli avamposti milanesi e li fanno prigionieri dopo breve difesa
20 Maggio
Napo esce da Milano alla testa delle legioni e raggiunge le milizie ad Abbiategrasso.
1 Giugno
Muove l’armata, passa il Ticino e pone il campo al di la del fiume; intanto, seguendo la sua politica, mette in opera maneggi i quali raggiungono il loro scopo.
6 giugno             
Pace tra Napo della Torre e Novara e Pavia.
Nel 1275 troviamo una nuova citazione di Corsico, sempre tra le pagine scritte da Bernardino Corio. In una guerra mossa da spagnoli, pavesi e banditi milanesi contro la città di Milano, il 12 febbraio 1275 in un giorno di neve si radunano a Trezzano e a Corsico milizie che vanno in soccorso all'esercito dei Della Torre.
Scrive l’autore:"Agli undici si trasferirono al ponte sopra il tesino, e spianarono a Vigevano alcuni fossi che vi erano. Il che vedendo i difensori e stimando che volessero combattere, subito mandarono lettere a Milano, domandando opportuno soccorso. Perché nella prima ora del giorno seguente ad Abbiategrasso con la milizia cavalcò il Podestà di Milano; gran numero di popoli giunse fino a Trezzano; e parte a Corsico, quantunque fosse sopra la terra alta la neve."
Corsico è posta in una situazione strategica, sulla strada principale che da Vigevano portava a Milano e viceversa, quindi era d’obbligo che le truppe facessero spesso tappa nel borgo, come avvenne anche successivamente nel 1706 con Eugenio di Savoia che porta anch'egli il suo campo a Corsico.
E’ un peccato che questi racconti, seppur di poco conto, siano rimasti in fondo ad un cassetto nel corso della storia.

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CORSICO E LA SUA STORIA CONSIGLIA:

1823-2023, IL PONTE DI CORSICO COMPIE 200 ANNI

Il primo ponte in centro a Corsico fu eretto nel 1550 circa, e, come si nota nella mappa del 1722 qui sotto riportata, era in linea con l...

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